mercoledì 2 settembre 2009

RIFLESSIONE


Così dopo un accenno, in verità poco goduto, di vacanze si ritorna a lavoro, con qualche triste notizia.

Ho deciso di pubblicare quel link di repubblica perchè leggendolo, in un momento un pò difficile, mi sono sentita allo stesso tempo consolata e amareggiata.


La precarietà a cui noi giovani siamo costretti è ormai una realtà di fatto da molti anni, aggravata ultimamente dalla crisi economica mondiale. E così passati ormai 2 anni dalla laurea, la mia speranza di trovare "il lavoro dei miei sogni, quello che mi è costato nottate sui libri" diventa sempre più sottile.


In particolar modo per chi, come me, credeva di essere una creativa, e si ritrova a lavorare moltissimo, ad essere sottopagata e a saziarsi solo con la speranza di un futuro migliore.


Io quasi pubblicista mi ritrovo, a pochi mesi dalla fine del mio praticantato, davanti al mio capo redattore che si dice "stanco di occuparsi del giornale" e vengo a sapere da amici e colleghi che la storia di praticantati che si interrompono a un passo dalla fine è vecchia come il mondo.


E già..dura è la vita per noi donne forti e figlie (o escort) di nessuno!!


Voglio sputare la mia rabbia attraverso queste parole e denunciare il mio capo redattore, di cui per decenza non faccio il nome, per aver giocato con il mio sogno e averlo accantonato quando a lui non faceva più comodo per nutrirsi del sogno di qualcun'altro...come i vampiri.


ULTIME PAROLE CHIUSO.

1 commento:

SEOvita ha detto...

Che schifo...davvero non ci sono parole. Io non lo sapevo, ma a lui cosa costa farti continuare? Nemmeno ti paga!